22 ottobre 2007

just keep your eyes to the ground .

se sei come me e ti è tanto piaciuto sliding doors, se sei come me e pensi che qualsiasi tua azione sia definitiva e decisiva per le sorti tue e del mondo, sarai anche tu capace di maledire l'assenza di una connessione internet nella tua nuova casa e la conseguente assenza di post nel tuo blog negli ultimi 7 giorni.
la settimana appena passata avrebbe potuto generare decine di post e so che sarebbero stati tutti piuttosto banali e poco interessanti alla lettura. pazienza, mi dico, la vita di una ventenne alle prese con la quotidianità con l'autonomia e con le relazioni umane non ha in sè nulla di rivoluzionario, nè tantomeno eccitante. non ci sono mirabolanti avventure o sconvolgenti epifanie da racontare, prologhi perfetti di post da standing ovation, solo un loop continuo di lavatrici, piagnistei, autobus e agende in continua evoluzione.
il rapporto con la lavatrice, eccetto l'incoveniente della centrifuga con cui mercoledì ho combattuto (e perso) una lunga battaglia, prosegue bene.
non faccio altro che lamentarmi del mio taglio di capelli, dire a tutti quanto sia frustrante accettare di lavarli dopo la perfetta messa in piega del parrucchiere e scoprire che se me li asciugo da sola non sto poi così bene.
cambiare casa in una città enorme come roma è cambiare zona nonchè punti di riferimento nonchè prospettive sulle altre zone nonchè linee di autobus per poterle raggiungere. venerdì notte abbiamo preso lo stesso tram quattro volte per tornare da trastevere, tre delle quali perchè avevamo sbagliato, con devastanti conseguenze sulla mia vita onirica.
novembre sarà un mese intenso e ieri mi chiedevo come sarà possibile inserire l'operazione al mio secondo dente del giudizio tra i giorni a parigi, il compleanno di ang a bologna, l'inizio delle lezioni di editoria musicale (!) e i concerti dei miei due gruppi preferiti. va da sè che non ho trovato una risposta plausibile.
tutto qui, davvero tutto qui, a parte il fatto che sei tornato a roma, che dopo due anni sono rientrata in un locale truzzo dove nel giro di un quarto d'ora hanno messo i più orribili tra i successi commerciali degli anni '90, che finalmente ho visto paz! e fight club. ah, e che una sera con le mie coinquiline siamo state due ore a congetturare sulla sparizione di quattro uova, colpevolizzando immotivatamente il proprietario di casa.
non c'è niente di speciale nella mia vita, davvero, eppure se la metto in controluce ci scorgo dentro piccole scoperte, piccoli passi lungo una piccola strada, piccoli tentativi testardi che ai miei occhi sembrano giganti come non sono gli oceani, nè le nuvole, nè i pianeti.
è così che per pochi minuti smetto di rincorrere il futuro, il lontano. e anche se mi sento nuda senza l'irrequietezza, il mio vestito migliore, mi lascio sporcare dal presente; non c'è niente, per me, di più rischioso.

This adreneline rush is keeping me high
Keep it coming around
It keeps the days alive it makes the hours fly
Keep it coming around
And my time is tabled and my clock is on time
I can keep it alive
And my day is set and I haven't stopped yet
I can carry on fine
For I will have to do it myself

15 ottobre 2007

ultimately undefined.

ed è tutto, come al solito, un ottovolante di stati d'animo. ma anche un autoscontro di stati d'animo, per rimanere in facili metafore da luna park.
dicevo a chi di dovere (chissà se dopo due anni sia il caso di chiamarla col suo nome: psicologa) che da che mi ricordo la mia vita è sempre stata una linea dall'andamento imprevedibile, simile a un elettrocardiogramma. giù giù giù, e poi sù! poi di nuovo giù. il cosidetto giù, ripetevo sempre a chi di dovere alla psicologa, ormai non mi spaventa più come un tempo in cui il mio malessere mi sembrava tendente all'infinito. ora è tutto spiegabile nei versi di questa canzone


Here's what Agnes said:
hunger is a must
if I'd be satisfied
I'd loose my lust for life

in un modo tanto perfetto da spaventare.
l'insoddisfazione e con lei tutto ciò che nel mio piccolo mondo costituisce una fase di giùgiùgiù, è la mia rincorsa. stavolta mentre mi preparo per l'ennesimo slancio prenoto i biglietti che per la prima volta mi porteranno su un aereo da sola alla volta di parigi,
accumulo la carica per iniziare la gestazione della mia prima tesina,
analizzo i nodi che ho dentro e uno dopo l'altro senza prendermi la briga di nasconderli.
è una prigione ma è anche la mia salvezza. l'unica via che vedo per la felicità.
è l'unica via che vedo, o l'unica via che ho?

12 ottobre 2007

the one(s) I love.

A simple prop to occupy my time
This one goes out to the one I love

sgranocchio big al cioccolato in un venerdì sera qualunque, gelido e silenzioso, in cui la pienezza per l'ennesima volta la raggiungo lontana da tutti e vicina a tutti,
perchè è quando vi sto lontana che vi penso più forte uno per uno, e vi curo dentro di me, e vi vedo crescere, e vi lascio entrare.
gli occhi cangianti di simone, i movimenti goffi di arianna, il gesticolare intenso di diego, le pose d'attrice di eleonora, la voce in corsa di ang(ela), i silenzi precisi di laura e due sorrisi nuovi
per me, esistono da anni ma io che ne sapevo,
di teodora e marianna.
mentre li nomino mentalmente - quasi tutti, qualcuno lo lascio sulle dita - penso a cosa posso fare perchè rimangano il più possibile dove sono e per nulla al mondo si dimentichino di me. ognuno un biscotto, e mi sento piena per un attimo. appagata.
chissà se c'entrano i big al cioccolato.

5 ottobre 2007

my earthly pleasures n°2

alle cinque del pomeriggio aprire gli occhi dopo il nostro pisolino da vecchi dormiglioni,
tu dormi ancora e sei chissà dove,
il sole tiepido si fa spazio tra le finestre spezzandosi in piccoli raggi e bacia i tuoi lineamenti
palpebre
labbra
mento
mani tenute come un pugno semichiuso.
gioco con le dita finchè non provo a girarmi per prendere la macchina fotografica e tu
sei sempre all'erta, appena accenno un movimento mi afferri forte e nascondi di nuovo la mia mano nel tuo pugno semichiuso e io
non sono mai stata così felice di sentirmi bloccata in un posto.