10 giugno 2008

standing all alone in the electrostatic rain.

io non so davvero da dove provenga questo costante desiderio di provarmi, vincermi, superarmi da sola. il mondo come un campo di battaglia in cui non faccio altro che ripetere il solito eterno conflitto tra la me che sono e quella che vorrei essere - che devo essere a tutti i costi. la tensione è sempre alle stelle, i muscoli sempre tesi, perchè il momento di riposo dopo la battaglia lo trascorro in attesa di una nuova sfida da propormi: sfidare la mia capacità di sopportazione, di giudizio, di comprensione, di distruzione. si perde la capacità di capire cosa si desidera perchè persino il desiderio è un luogo di lotta tra la strenua resistenza e il totale cedimento.
la battaglia più grande è proprio trovare un luogo in cui farmi vivere in pace. un cinema buio in cui risuonano solo risate sincere, la stanza in via cavour che è sempre fresca anche se sento il cervello bollire, tutti i sedili di tutti gli autobus da cui in silenzio osservo il mondo. le parole, molto spesso. eppure non basta: questi centimetri nient'affatto scontati in fin dei conti sono un'inezia rispetto ai chilometri che faccio a perdifiato. senza essere mai contenta, spostando l'ostacolo un po' più in là.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

bella la citazione andrewbirdiana del titolo :)

alessandra ha detto...

lo adoro parecchio, lui. =)

Unknown ha detto...

io cuore masterfade!