ieri andare parlare con la dottoressa è stato illuminante, come del resto lo era stato il giorno prima quel colloquio con mamma davanti a una tazza di tè con limone e troppo zucchero, e ancora prima la telefonata lamentosa ad arianna, mentre spremevo la faccia sotto al cuscino.
ho accumulato parole inascoltate per giorni, come sono solita fare nei momenti di difficoltà, finchè non sono riuscite a fare radici e a crescere dentro di me. sono io che le ho coltivate, nutrite di silenzi pesanti e ansie represse. ora sono fiori sul mio davanzale.
si bagnano sotto l'ultima pioggia estiva,
cambiano colore sotto i raggi del sole,
li guardo e penso: sono miei.
sono queste le uniche radici che riesco a far germogliare?
no perchè sai, arrivano da tutte le direzioni messaggi che sembrano mostrarmi quanto io sia stata negligente, apparantamente indifferente, nel vedere progetti e relazioni appassire. ora, laura mi ha dato il la, rimangono sono terra marcia e imbarazzi.
lunedì è vicino e io gli vado incontro, a questo punto, correndo ad occhi chiusi. è questa la mia unica strada, affrontare questo futuro incerto e nuovo come una bambina che si inoltra col suo palloncino verde (non l'ho mai voluto rosa il palloncino, io) dove l'erba è alta e selvaggia. dove il richiamo delle persone che si amano si fa sempre più lontano. e diventa silenzio.
15 settembre 2007
fiori sul mio davanzale.
scritto da alessandra alle 09:54
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
[il pezzo di cristina donà che mi ha accompagnato per tanto tempo. cosa pensi di una stagione così calma e particolare?]
Posta un commento