24 luglio 2007

e io la aspetto.

(*)

sta ho macinato kilometri in macchina, tra ieri e l'altro ieri. i compagni di viaggio erano diversi, il tragitto identico.
per di mattina ho lasciato una stanza bianca e vuota che non è più mia, di pomeriggio ho visto due stanze che non saranno mai mie.
arrivare la parentesi più colorata sono i tuoi occhi d'acqua di prima mattina e di tardo pomeriggio, mi guardano vispi come se cercassero di uscire fuori dal tuo viso consumato da un'influenza stronza.
la non sarò sveglia e intraprendente, agile e scattante, come la trentenne dark mi avrebbe desiderato. peccato, neanche lei si avvicina al prototipo della coinquilina ideale; stringiamoci la mano.
pioggia non esiste la vita ideale, il viaggio ideale e l'amico ideale. però ho trovato il gelato ideale: non è che questo potrebbe darmi un barlume di speranza?

(*) al mio ciccione, che sta male per colpa dell'ennesimo forasacco.

1 commento:

Anonimo ha detto...

posso farlo, ale.
aprirmi, condividire, sbucare da dietro il muro. è qualcosa che posso e voglio fare.


(il titolo del romanzo è scritto sul corpo, però.)