14 agosto 2007

I'll tell some more about me.

I’ve got no one to call
In the middle of the night anymore
I’m just alone
With my thoughts

I watched a film to change my feelings
Strong enough to bear a burden
If everyone became this sensitive
I wouldn’t have to be so sensitive

tento di analizzare la cosa. la rabbia, chiamiamo le cose col loro nome - ammesso che l'abbiano. ho una quantità illimitata di tempo, righe, pixel a disposizione per darle forma, eppure so che non basteranno.
tra qualchi minuto mi stuferò, penserò che non sono proprio capace di spiegare
fino a che punto sono esausta di sentirmi nient'altro che un diversivo momentaneo, inaccetabile ma anche insostenibile nelle sue esasperanti particolarità; un esserino tutto strano da prendere a piccole dosi, giusto per il lasso di tempo in cui è capace di infilare una battuta dietro l'altra e di mostrarsi curiosa a qualsiasi dettaglio della vita altrui
la mole di frasi nette e sincere ingoiate ma non digerite - stanno tra gola e stomaco, tutte lì - pur di non scatenare conflitti e rompere quella cortina di omertà per cui si chiacchiera bene solo se non ci si azzarda ad andare in profondità; e ieri notte mi sono promessa-la renna di peluche testimone- che tenterò di tirar fuori ciò che penso, in fondo credo che meriti di essere quantomeno ascoltato e considerato
le domande che si accavallano una sull'altra supplicando udienza alla mia razionalità, si trasformano in sogni angoscianti perchè dopo tanto riflettere non ho ottenuto neanche uno straccio di risposta e loro se la sono presa con me
(mi sono stufata, appunto, dopo ventitrè minuti)
insomma, questa è rabbia no? non ha una forma, non ha un bersaglio preciso, ma un nome ce l'ha. potrebbe anche essere "frustrazione postadolescenziale".

ho questa promessa, la tengo stretta, e la renna dice che mi aiuterà a non dimenticarla. dammi una mano anche tu.

Nessun commento: