11 marzo 2008

here comes another one.

faster than before
faster than the one we saw before
le piccole cose.
nel mio personale sistema filosofico i minuscoli momenti che costellano ogni giornata sono, beh, sono più o meno tutto. raccolgo nella tasca interna della borsa i sorrisi delle vecchiette sull'autobus, i colori delle penne disposte ordinatamente in cartoleria, il profumo del bucato quando mi riesce bene. non è niente di nuovo per te, lo so, tutti ci aggrappiamo disperatamente ai piaceri infinitesimali che ci vengono concessi. per tre giorni non ho fatto altro che raccogliere frammenti in giro, ho raccolto:
il primo bacio alla stazione
il primo sguardo che ci scambiamo la mattina
il primo morso di carrot cake
il camminare senza meta
il sapore del risotto col pesce persico
una t-shirt che tardava ad arrivare
tutti gli scherzi
la leggerezza profonda con cui i tunng mi hanno presa per mano
eccetera eccetera (lo tengo per me)

la mia borsa era piena da scoppiare: ero pronta per tornare qui, lo ero davvero.
poi le piccole cose si sono rivoltate contro di me. sapessi quanto poco c'è voluto, sapessi quanto minuscoli erano questi frammenti che mi si sono conficcati nella testa impedendomi di pensare e sentire.
è così; le piccole cose ti salvano, le piccole cose ti distruggono. non farci troppo affidamento, se sei una persona un po' instabile un po' lunatica un po' facile al crollo.
poco fa al supermercato, tra il banco dei surgelati e quello dei detersivi, ho decretato che fosse giunto il momento di riprendere a respirare dopo una manciata di ore di apnea e completa confusione. ho riacquisito sufficente consapevolezza per capire che stavo lasciando che qualcos'altro decidesse per me, che qualcun'altro avesse talmente potere da condizionare il mio sonno e il mio risveglio. ora sono qui, con tante cose da fare e un cielo odiosamente indeciso fuori dalla finestra. mi ruota attorno un malessere senza nome, e le piccole cose da cui mi sento perseguitata sono solo un modo per definirlo e così accettarlo. non sono niente, sono tutto.
questo è uno di quei giorni in cui mi sento talmente vulnerabile che penso che l'unico modo che ho per non pensare è buttarmi dentro alla lavatrice.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non sai quanto ti capisco...o meglio, le parole che usi esprimono bene quello che provo.
Ciao