2 maggio 2008


(credo che si possa indovinare quale paio di piedi è il mio)

per tre notti su un materassino da mare, ai piedi del letto di cui solo ora riprendo possesso.
mi accorgo di come questo blog sia alla fin fine una goffa celebrazione delle persone che ho vicino e un altrettanto goffo tentativo di fissare, nel caotico fluttuare dei pensieri, alcuni punti dotati di una pervenza di stabilità. alcune zone in cui proprio quelle beneamate sfumature su cui ogni esistenza si deve basare assumono contorni più netti e tinte più decise. potrei parlare degli okkervil river (l'ho già fatto) o del gelato alla vaniglia (prima o poi lo farò), ma il più delle volte capita che mi venga da parlare delle persone. non di tutti, nemmeno di molti, di certo non di chiunque.
di eleonora, ad esempio, scriverei sempre: il mondo è il suo teatro. tre giorni con lei sono contemporaneamente un viaggio nel tempo, una corsa sull'ottovolante e una seduta dallo psicologo, sono la primavera dopo un inverno di silenzi che mi è parso lunghissimo, sono molte altre cose. in tre miseri giorni ho fatto scorta di ricordi da custodire nella tasca interna della giacca, al riparo da sguardi o mani altrui, e ho inghiottito la mia connaturata ansia da prestazione per provare, per una volta, a darmi senza riserve. ascoltare mi riesce facile: le persone di cui ho voglia di scrivere su questo blog sono innanzitutto quelle a cui dò un'attenzione quasi devota, quelle nella cui vita mi immergo senza paura. essere io a parlare di me: ecco la vera impresa. a volte, più vado avanti e più mi accorgo di quanto rari siano questi episodi di assoluta empatia, mi capita di sentire sotto la pelle la consapevolezza che non c'è davvero bisogno di arginare le proprie ondate di sentimenti e che, non si sa come non si sa perchè, è giunto il momento di prendere la parola. eleonora vede la mia onda e non si scansa, si butta dentro i flutti e si lascia travolgere. e ti travolge.


gli ennesimi saluti di questa primavera sono più sereni di quelli con cristina, meno amari di quelli con arianna e diletta, si riassumono nello slancio di un abbraccio assonnato e nella sicurezza sorridente che ci rivedremo prestissimo.
tra una settimana, a madrid.

3 commenti:

Marknopfler ha detto...

ahah, bellissimi i calzini!

il blog è mezzo più potente di quanto chiunque pensi. E intendo potente anche solo nel primo passaggio, dalla persona allo scritto, il pubblico viene dopo.
Sinceramente mi sembra che tu lo usi con intelligenza senza esaltarlo e senza considerarlo una pattumiera; anche io ho sentito in passato quello che scrivi te.

...è un 38!

alessandra ha detto...

il calzettini sono bellissimi, e io porto un 38. marknopfler feticista dei piedi? scherzo.
non c'è intelligenza nel mio modo di tenere il blog, e lo dico senza falsa modestia. sto cercando di capire cosa voglio scrivere e come.. nel frattempo parlo di me. è bello se qualcuno ci si ritrova, è il meglio che io possa sperare in effetti =)

Marknopfler ha detto...

no, potenziale commesso di foot locker!
anche nelle tue città i commessi di foot locker sono tali da pensare che per essere assunti bisogna avere un QI basso e una propensione alla scemenza notevole?
boh, qua cantano, urlano, toccano, scapellano (le doppie sono in quantità giusta), schiamazzano.