28 giugno 2007

ogni tanto penso al futuro.

shine è una parola meravigliosa, per quanto mi provochino l'orticaria gli italiani che per fare gli acculturati cosmopoliti usano termini inglesi quando potrebbero tranquillamente servirsi della loro lingua madre.
brillare per me consiste il più delle volte nell'eccellere. rincorro l'occhio del fotografo la testa del critico e la mano dello scrittore ma non ho che
i miei occhi incapaci di cogliere le giuste variazioni di luce,
la testa priva di capacità di analisi,
la mano troppo incerta e troppo viziata.
so solo ascoltare, immaginare, osservare in silenzio e confusamente. tanto assidua da spaventarmi da sola. da piccola poteva sembrare un dono affascinante, ora ha più le sembianze di un peso sulle spalle.
è indecente quanto io sogni di brillare tanto da strappare sorrisi e stupide gratificazioni. da chiunque. di essere speciale. per tutti, per tanti, per qualcuno. di emozionare. almeno uno, che emozionare è un arduo compito.
se mi manca il pragmatismo e mi manca il talento, qual è il mio posto nel mondo? nel limbo la risposta potrebbe essere diventare una scrittrice di romanzi harmony o una cantante pop commerciale tutta cuoreamore o una fotografa di cuccioli di cane da piazzare sulle cartoline che vendono nelle cartolerie.
ci penserò.

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