11 settembre 2007

buon viaggio.

per un anno, facciamo un anno e mezzo, tutto mi è stato facilitato: incazzarmi, arrendermi, reagire e poi cadere, sbagliare, eccedere, tutto. è che avevo qualcuno con cui prendermela ogni secondo.
è che avevo dei nemici. i miei nemici mi avevano tradita, maltrattata, ferita e abbandonata. e per giunta prima di tutto questo erano amici, che dico?, migliori amici.
il mio vecchio blog per post interi parla solo di loro, del modo eccelso in cui hanno distrutto in piccolo mondo e calpestato ogni suo centimetro con noncuranza. calpestato me. ho raccontato dei fugaci incontri con loro per le strade di una città con poche strade e pochi locali, di come io abbia alternato momenti di ubriachezza molesta a pacata acidità.
è paradossale come molte cose belle che ho vissuto sono nate e avvenute in funzione di questo dolore gigante: girare l'italia con sconosciute a veder concerti, andare a reggiocalabria da sola a trovare una ragazza che avevo visto solo su 2 dimensioni, partire per roma, entrare in un'ospedale e starci il tempo necessario per capire che stavo ancora peggio di quanto pensassi, avvicinarmi a un ragazzo tenendo fuori la razionalità e lasciarmi coinvolgere in un vortice da cui tuttora non ho intenzione di uscire.
sono certa che se in un mondo perfetto e armonioso diego, chiara e eleonora fossero stati sempre al mio fianco ora non sarei la metà dell'alessandra-di-adesso. sicuramente non amerei così profondamente la musica. ok: per controparte non sarei un orso bruno nelle relazioni ma penso che per stamattina questo aspetto si possa tralasciare.
il punto (perchè c'è un punto!) è che dopo due anni si cresce, si vive e ci si accorge di tutte le cose che così confusamente ho cercato di spiegare. si perdona nella speranza di riuscire, prima o poi, anche a dimenticare. ci si ritrova su una panchina ventosissima di piazza cavour a raccontarsi segreti con la notte a proteggerci, sul dondolo del mio terrazzo a chiedersi timidamente scusa ed infine in cima a casa di eleonora per augurare buon viaggio a lei e diego.
a eleonora ho fatto un cd, due ore di lavoro tra playlist e copertina, e se avrà voglia di ascoltarlo almeno una volta potrò ritenermi felice.
diego l'ho solo stretto, e mi è scappato un verso buffo nel frattempo. lui ha riso, non avrà mica capito tutte le parole contenute in un imbarazzante gridolino dei miei.

ancora, e ogni giorno, buon viaggio. a me e a loro.

3 commenti:

Jarluc ha detto...

Non c'è nulla di peggio del tradimento. Anche perchè non c'è nessuno che possa davvero farti male come chi ti conosce bene. Ahimè la vita è fatta anche di questo, ma come dice il detto: "quello che non soffoca ingrassa"...

alessandra ha detto...

i tradimenti, come tante altre cose, spesso li vediamo unilateralmente. dal nostro punto di vista siamo vittime di qualcosa di orribile, ma col tempo bisognerebbe imparare a capire cosa spinge gli altri ai comportamenti che ci hanno ferito. è quello che provo a fare con queste persone: riflettere su quelli che sono stati i miei errori più che rimuginare ancora sui loro sbagli. questo mi rende più facile continuare, e magari un po' migliorare..
ciao =)

roberta ha detto...

che bel post.
grazie/a causa delle ferite e della sofferenza, sei cresciuta, sei maturata. non che possa servirti da consolazione, ma significa che non tutto è andato perso. non è stata solo una parabola autodistruttiva. brava :)