19 novembre 2007

when I watch you I'm proud.


in una domenica solitaria, di studio rimandato e telefonate, qualsiasi cosa mi sconvolge. coi sensi completamente all'erta mi ritrovo senza difese, non posso fare a meno di abbandonarmi a questo stato di iperemotività per cui ispiegabilmente ho le lacrime agli occhi anche mentre leggo il capitolo sulla sintassi.
so perchè va così, oggi.
ho la testa, il cuore, gli occhi a ieri. ieri ho visto il mio concerto più bello; il più sconvolgente, intenso e profondo.
conosco gli okkervil river da un anno e mezzo circa. last.fm me li aveva consigliati per una decina di settimane di seguito, così mi ero appuntata questo nome sconosciuto a matita sul quaderno di schemi per l'esame di economia politica. simone aveva letto per sbaglio lo scarabocchio e mi aveva mandato un po' di canzoni, ascoltate senza attenzione un paio di volte e lasciate perdere. a glow, for real, black.
un giovedì serà come infiniti altri c'è stato un treno roma-ancona dove black è riemersa dalla riproduzione casuale, gridandomi in cuffia fino alla stazione tutta la sua disperazione, la sua energia dirompente. dopo qualche settimana un fenomeno che non potrei far altro che definire colpo di culo megagalattico ha fatto sì che potessi assistere a un loro concerto un paio di settimane dopo aver iniziato ad amarli; di solito sono quella del "scopro un gruppo il giorno la loro unica data in italia". è passato un anno e in mezzo c'è stato un nuovo album, passeggiate per una roma sotto la pioggia in cui black sheep boy sembra l'unica colonna sonora adatta e i lunghi tragitti in macchina con simone a cantare black con lo stesso stupore della prima volta. c'è che di black non mi sono mai stancata, e anche questa per me è una rarità. entriamo nel locale contenti di rivederli e riascoltarli dal vivo, ma non c'è traccia della mia solita tensione pre-concerto. nessuno dei due ha grandi aspettative, la sensazione è più o meno quella di una rimpatriata tra vecchi amici. non pensavamo di uscire nel freddo di roma due ore dopo e abbandonarci ad un unanime: "sono il mio gruppo preferito". la voce di will sheff non è intonata pulita o lineare; è sguaiata, scomposta e non ha paura. c'è una passione tangibile in lui, in tutti gli okkervil river, ed è qualcosa che mi incanta infinitamente più della loro bravura.
"we'll play rock'n'roll in the american way" e le persone intorno a me si lasciano accompagnare in un mondo dove parole e note si mescolano fino a fondersi, le parole sono musica e le note raccontano storie. vorrei fotografarle dalla prima all'ultima mentre cantano dondolano e battono le mani, invece chiudo gli occhi e mi faccio tenere per mano anch'io.
nei pochi secondi in cui un blackout ha fatto cadere nel buio li circolo degli artisti ho pensato "ecco, è troppo, nemmeno i sistema elettrico ha retto"
poi ho guardato il palco e will non aveva smesso di suonare la chitarra in mezzo a tutta quella confusione, e ho smesso di pensare
dopo il buio è sceso il silenzio non appena lui ha iniziato a cantare senza microfono, mentre il resto del gruppo seduto sorrideva annuiva e teneva il tempo, e non ho avuto bisogno di riprendere a pensare per capire come mai amo la musica.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

( ho letto il post su ang qui giù e sono sbalordita. è meraviglioso ciò che hai scritto. talmente tanto che non posso che abbassare gli occhi. io non sono riuscita - a mio tempo - a descriverla così bene.

è un commento inutilissimo, me ne rendo conto. ma è assurdo che non ce ne sia neanche uno su quelle parole meravigliose. )

alessandra ha detto...

ti ringrazio, sei gentilissima. mi sono limitata a guardarla, descriverla poi non è stato così difficile. che poi mettere tutta ang in post sia impossibile è un altro discorso.

grazie di essere passata =)

Anonimo ha detto...

che bel post :)
anche per me è stato uno dei concerti più belli dell'anno, non riesco a smettere di pensarci. (al punto che stiamo guardando i voli per Londra a febbraio, o quelli per Austin a marzo... ma si può?!)

alessandra ha detto...

grazie =)
addirittura a austin? lì giocano in casa, dev'essere bellissimo.
londra a febbraio invece? uhm.

Simone Sala ha detto...

londra a febbraio io la vedo benissimo, per inciso.