9 dicembre 2007

food tastes better with you.

penso che è difficile, è difficilissimo, scrivere di certe cose. è intimo, delicato, complesso e ho deciso qualche minuto fa che nonostante la pulsione ci sia non ne scriverò. l'ho fatto in passato, nel mio vecchio blog, e vorrei essere capace di farlo di nuovo: aprirmi in modo più o meno palese a proposito dei miei disturbi alimentari. circa un anno fa un episodio spiacevole mi ha portato a rivedere in maniera quasi totale il mio approccio alla questione, non volevo che nessun altro mi vedesse come una bambinetta insicura e problematica in cerca di adorazione o di compatimento, di aiuto o attenzione. quello che sono è una ragazza che combatte contro qualcosa di enorme, che combina casini e si dispera ma non prende in considerazione l'ipotesi di arrendersi. al nemico di questa ragazza la psicologa ha dato un nome, un nome preciso che aiuta la ragazza a non vedere più il cibo come un problema. la ragazza non dice più che sta male col cibo, formula sgrammaticata ma da lei tanto usata in passato. il cibo non è il motivo della sua rovina, e lei lo sa; se ne accorge quando realizza che tanti bei momenti che ha vissuto sono legati all'atto del mangiare e che le persone a cui vuole bene sono il più delle volte associate a un sapore.
ha in bocca il sapore del timballo dei nonni scorpacciato ridendo durante tanti pranzi con la sua famiglia,
dei panini con la cotoletta avvolti nella carta stagnola quando a scout si fermava dopo una lunga camminata nel verde,
delle granitine al passetto dopo una giornata al mare, i primi ricordi con laura e arianna
del caffè forte e dei muffin incredibilmente soffici che ang ha preparato per lei,
delle mattonelle comprate dallo zozzo in piena notte insieme ai suoi amici,
della terza caipiroska della serata insieme a elena, quella che decreta la mia fine
delle macine inzuppate nel caffelatte che mangia sempre a casa di simone, della pizza bianca il sabato mattina con lui, dei muffin irlandesi, del barattolo di gelato alla vaniglia häagen-dazs davanti a un film e di infiniti altri gusti che sperimentano insieme
questo la fa felice perchè così non ha perso niente, non ha perso un piacere e nemmeno la possibilità di viverlo, anzi. è in grado di apprezzarlo in maniera amplificata. questo, nella battaglia, è togliere campo al nemico.

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