11 aprile 2008

if i go to the sea I'll bring you down, down with me.

a roma non ti svegli ascoltando gli uccellini cinguettare impazziti, a roma vieni subito investita dal frastuono di un traffico che non conosce sosta. non ti piace, ma è la tua bicicletta e la pedali senza lamentarti. un giorno cambierai quartiere, cambierai città, forse cambierai stato o addirittura continente, e ti sveglierai con gli uccellini ogni mattina da qui all'eternità.
ma, prima di ogni cosa, smetti di parlare di te in seconda persona.
fatto.
ieri dopo quattro ore di spagnolo da mal di testa, dopo ipotesi per la seconda delle mie due tesi e per la specialistica che mi hanno lasciata contenta, dopo un tot di vasche particolarmente ardue (ma sto tornando il pesciolino di prima, I swear!) e dopo un sacco di altre cose assolutamente non degne di nota ho preso il treno delle 15.45 per ancona. senza il vecchio slancio mi sono scapicollata in stazione per accorgermi, come spesso succede, di essermi affrettata inutilmente a raggiungere qualcosa che non avrei perso anche se avessi rallentato un po'. anche se mi fossi fermata a comprarmi un giornale o a guardare le vetrine.
alle sette meno cinque ero alla stazione di arrivo. mamma è tornata a casa, io sono andata con mio padre alle grotte del passetto (non quelle della grotta azzurra, nè quelle della seggiola del papa, quelle sotto ai laghetti); mentre si faceva strada da una coltre di nubi senza colore uno di quei tramonti che vedo solo qui, abbiamo guardato i colori delle porte e gli schizzi altissimi delle onde. abbiamo parlato di federico, e di come essere stato lasciato dopo quattro anni di storia l'abbia portato a un cambiamento rapidissimo dentro e fuori, dell'insegnamento, di putin e di evoluzionismo. ormai con le persone a cui voglio bene finisco a parlare di evoluzionismo, chissà perchè.
non abbiamo parlato della paura senza nome che mi ha preso per la gola tante volte questi giorni, al pensiero di tre miseri giorni qui. non abbiamo parlato del terrore del vuoto che ha sostituito l'intesa e del silenzio che ha sostituito infiniti flussi di coscienza, del mio non sapere che farci di tutto questo vuoto e di tutto questo silenzio. non gli ho detto che penso di non aver accettato che arianna abbia perso di centralità e importanza nella mia vita, e che sono sicura di non aver accettato il fatto di aver perso di centralità e di importanza nella vita di arianna.
forse mi illudo che se lo scrivo e basta questa paura non avrà voce, ma che se ne parlo mi travolgerà davvero. e non riuscirò a schivarla come ho fatto ieri con le altissime onde alle grotte del passetto.

3 commenti:

Marknopfler ha detto...

[ot]
andrai a votare, vero?

(mi sento in dovere di sincerarmi che ogni mio conoscente maggiorenne ci vada)

Anonimo ha detto...

sì caro, sono già andata a mettere la mia crocetta =)

Marknopfler ha detto...

^_^ ottimo

speriamo che vada bene, se no i'm considering a move to L.A. come dicevano gli Art Brut :D